L’ingegner “Massa”

E’ nel lontano 1956 che il  giornalista Gianfranco Scognamiglio, scopre tra le mura in pietra delle case di Bogli le origini degli avi dell’illustre Direttore d’orchestra Arturo Toscanini, ma è già dagli anni del primo dopoguerra che si alimenta a Bogli la “favola” di Paolo Giovanni Renati detto “Massa”.

Una storia dell’Italia d’altri tempi, di un piccolo mondo remoto rappresentato da una vallata ai tempi pressoché sconosciuta (anche oggi comunque remota). E’ in questo contesto ed in questa favola filmica che nasce e cresce il signor Paolo Giovanni Renati, che vede la luce nel lontano 1903; un uomo non molto alto dagli occhi profondi e pensosi e dal viso tormentato, che non “perde”  le giornate nei lunghi mesi invernali a giocare a briscola e tresette o a raccontare frottole nelle stalle ma studia, studia  il mitico  “Manuale dell’ingegnere civile ed industriale” tra gli ingegneri meglio conosciuto come “il Colombo”.

L'ingegner Massa con la turbina Pelton

Massa” con la sua piccola turbina Pelton

Per un certo periodo della sua vita, Paolo Giovanni Renati  ha vissuto anche a Pianello Valtidone dove aggiustava macchine per cucire, riparava orologi e motori per poi ritornare a Bogli dove ha cominciato a fare il falegname allestendo una piccola bottega artigiana i cui attrezzi sono stati tutti forgiati dalle sue mani.

Mentre altri paesi scrivono ancora alle porte degli anni ‘60 petizioni al Governo ed ai deputati per poter avere la corrente elettrica, grazie all’operosità ed all’intelligenza di questo uomo,  Bogli è illuminata elettricamente dal 1932, primo villaggio della Val Boreca. Ecco che nasce così la favola di “Massa” che valica i confini della valle e dei  monti che circondano questa piccola frazione: nell’allora vicino Comune  Piemontese di  Carrega (Alessandria), “Massa” costruisce ed installa centraline elettriche e viene chiamato a svolgere le attività di manutenzione straordinaria degli impianti a Cartasegna , Conio, Fontanachiusa, Campassi fin sotto al monte Antola. In Val Boreca ha costruito ed installato le centraline per Suzzi, Belnome, Vezimo e Pey. Il suo laboratorio artigiano è stato da lui tutto elettrificato.

Quadro luce

Quadro elettrico centralina

Gli utenti pagavano soltanto la tassa governativa (allora di 4 lire) e l’imposta di consumo (10 lire) per un totale di 14 lire al kwh.

Ogni impianto è stato costruito molto spesso con mezzi di fortuna: ma è anche un tragico evento avvenuto durante il secondo conflitto mondiale che ha contribuito ad alimentare questa favola. Una formazione di bimotori (3 aerei Vickers Wellington inglesi decollati dal Sud Africa in direzione Torino) è precipitata contro il monte Legnà in località “Ruà“.  Le carcasse degli aerei hanno così contribuito a fornire per diverso tempo i metalli pregiati occorrenti per la fusione di turbine e per la costruzione di nuove attrezzature elettriche in un epoca in cui questo genere di materie  prime era rarissimo ed il tutto era reso ancor più complicato dall’isolamento geografico di queste frazioni montane.

Rio Bogli - Centralina idroelettrica

Rio Bogli – Centralina idroelettrica

Il Sig. Paolo Giovanni Renati, “ingegnere per vocazione”, senza laurea, si è reso benemerito presso tutta la collettività della Val Boreca ed è così diventato famoso come “Massa”, ricordato ancora oggi nei paesi che hanno potuto godere dei suoi preziosi servigi ingegneristici.

“Massa” sposato con Toscanini Maria detta “Main” ha 2 figli:  Carlo e Giulio. Sarà proprio Giulio che negli anni successivi e fino al recente 1984, quando l’ENEL connetterà la frazione alla rete elettrica nazionale, a prendersi cura oltre che della gestione dell’osteria (la cui cucina è ricordata ancora oggi da chi ha avuto la fortuna di poterla gustare) e del piccolo albergo, anche della gestione della piccola centrale idroelettrica di Bogli.

Si ricordano ancora oggi, le serate passate all’osteria in compagnia di una partita di carte, di un canto popolare e di un “gotto dè vìn”, illuminati dalla calda luce sfarfallante e per certi versi quasi umana, prodotta da queste piccole lampadine “a siluro” da pochi watt di potenza;  e le sere in cui, se qualche problema insorgeva all’erogazione, Giulio inforcava a piedi la “Via del Molino Rente” (ancora oggi percorribile) per scendere nel Rio Bogli affluente del Boreca presso la piccola centrale a risolvere la problematica  ridando così la preziosa energia al nostro paese.

Sia Paolo Giovanni Renati detto “Massa” scomparso nel 1969 che il figlio Giulio  scomparso nel 2010, riposano ora nella pace del piccolo ed accogliente cimitero bogliese nel perenne ricordo di tutti, ma è di gente così che vorremmo popolata l’Italia di oggi, persone  legate a valori antichi ma dotate di estro, di inventiva qualità determinanti per la crescita delle comunità e del nostro Paese in un contesto di rispetto e di umana collaborazione che è stata tipica di uomini come “Massa”, Giulio e di molti altri che hanno popolato questa piccola, ma per certi versi Grande frazione montana dell’alta Val Boreca: Bogli.