Il Consorzio di Bogli e Alta Val Boreca è orgoglioso di poterVi presentare lo Stemma ufficiale di Bogli.
Non è stato per niente facile prendere in considerazione tutti i simboli e i riferimenti storici legati alla nostra Comunità e al nostro territorio, sceglierne i più rappresentativi e organizzarli in una veste grafica gradevole e strutturata. Alla fine siamo tutti soddisfatti del lavoro svolto e contiamo davvero che lo possiate essere anche voi. Vediamone i dettagli.
La forma – Lo stemma ha la classica forma a scudo. Le proporzioni dello scudo, la corona merlata argentea (che simboleggia i Comuni) e i rami di alloro e quercia, prendono ispirazione dallo stemma di Ottone, il Comune di cui Bogli è Frazione. L’alloro è universalmente un simbolo di nobiltà e virtù intrepida. La quercia rappresenta invece la forza, la solidità che a volte diviene durezza, l’attaccamento al territorio e il radicamento alle tradizioni che qui si tramandano di padre in figlio. Possiamo trovare queste simbologie sugli stemmi della maggior parte dei Comuni italiani.
I colori – Mancando i riferimenti storici di stemmi o bandiere, sono stati scelti i colori con cui è conosciuta nelle altre valli la squadra di calcio di Bogli, che tanto ha conquistato nel passato sui campi di “erbetta inglese” della valle e che noi tutti auspichiamo possa ritornare ai fasti di un tempo: il rosso e il blu (soprattutto ai Doriani, ma anche a tutti gli altri tifosi, garantiamo che la scelta è stata dettata dai fatti e non vi è stata alcuna influenza genoana). Potrebbe essere l’unico caso al mondo in cui una località adotta i colori della propria squadra anziché viceversa, roba da Guinness, pensateci! L’azzurro è stato scelto perché ben rappresenta l’acqua e il cielo, oltre ad essere un ottimo abbinamento cromatico.
I simboli – Nello stemma sono rappresentati i monti, la foglia d’ippocastano, la turbina e Tanit. (“Chèlo che l’è Tanit?”, fra poco ve lo spieghiamo)
I monti – Chi pensa a Bogli, pensa spesso alle montagne da cui è circondata: una magnifica cornice naturale che preserva la pace e la tranquillità di questi luoghi. Stilizzare le nostre amate montagne nel simbolo è sembrata una scelta doverosa, poiché ben rappresentano la nostra terra.
La foglia d’ippocastano – Un altro simbolo naturale, che rappresenta il nostro ippocastano secolare. La maestosità e l’ampiezza della sua chioma hanno offerto riparo e conforto per moltissime generazioni: trovandosi tra il sagrato della chiesa e il campo da calcio, è da sempre uno dei luoghi preferiti dei bogliesi (ok, lo è anche l’osteria, ma provate a metterla in uno stemma!). Essendo il posto ideale per far giocare bambini e ragazzi, per ritrovarsi tra amici o per sentirsi parte di una Comunità durante le cerimonie, l’ippocastano è un simbolo di unione duratura, che non poteva certamente mancare.
La turbina – E’ stata il vanto tecnologico locale del secolo scorso, certamente uno dei fatti che i nostri anziani ricordano con più orgoglio e che ha permesso alla fama del nostro piccolo paese, di valicare i confini della valle e dei monti che lo circondano. Grazie alla sua installazione, per mano dell’ingegner “Massa”, la turbina portò l’energia elettrica a Bogli già nel 1932, in anticipo di parecchi anni rispetto ad alcune altre comunità della zona, rendendola indipendente dal punto di vista energetico. La turbina, rappresentata graficamente con una spirale, pesca nella striscia azzurra d’acqua, simbolo della vita per eccellenza, che vuole anche essere un piccolo tributo alla nostra fontana, un altro luogo dove, ancora oggi, i paesani amano recarsi per approvvigionarsi e per incontrarsi, gustandosi in compagnia un ottimo e salutare aperitivo locale (“un gotto d’éigua”).
Tanit – Oltre a significare buon auspicio e prosperità (che negli stemmi non fa mai male), il simbolo di Tanit vuole rappresentare l’influenza cartaginese sul nostro territorio durante la Seconda Guerra Punica (III secolo a.C.) che, secondo alcuni storici, fu tutt’altro che marginale. Tanit era la principale divinità cartaginese e il suo simbolo, costituito da un triangolo (la terra) una barra orizzontale (il cielo) e un cerchio (il sole), era il più ricorrente. Dato che l’altro simbolo cartaginese è la palma, che riteniamo oggettivamente molto poco presente in Val Boreca, si è deciso di non voler rinunciare ad un riferimento storico così importante, raffigurandolo volutamente celato, sfruttando le geometrie degli altri simboli. Ecco quindi che il sole, fonte di luce e di energia, racchiude in sé la raffigurazione della turbina; il cielo di Tanit, ossia l’aria, che si unisce all’altrettanto vitale acqua da cui pesca la turbina, e infine il triangolo, la terra, la nostra terra, ben rappresentata dai monti. Insomma, un “background” storico cui non avremmo mai voluto rinunciare, dettato anche dal fatto che non esistono documenti che certifichino una fondazione di Bogli da parte cartaginese, ma che gli insediamenti ci siano stati è indubbiamente supportato dalla toponomastica locale, dai reperti archeologici rinvenuti in valle e da alcuni scritti di epoca romana.
I simboli sono stati dunque scelti per tutte queste ragioni, ma alcuni hanno anche un significato araldico ben preciso: il monte è simbolo di grandezza, sapienza e nobiltà; l’ippocastano rappresenta la virtù nascosta (come il suo frutto) e la resistenza (come il suo legno); la turbina e Tanit non sono contemplati dall’araldica ufficiale e, sinceramente, non ne siamo affatto stupiti ma siamo certi che da oggi avranno una loro piccola fetta di notorietà!